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Mollesman, un quarantenne che sopravvive raccontando agli altri i sogni che vorrebbero sognare, la sera del ventisette dicembre 1988 uccide cinque pazienti ospiti della casa di riposo in cui è ricoverata la madre. È una strage di cui rifiuta testardamente la responsabilità, ma di cui accetta le conseguenze estreme. Lasciando così che si compia un destino al quale, fin da bambino, sa di non poter sfuggire: sacrificarsi per gli altri. Soprattutto per quelli che ama peggio di come vorrebbe: la madre, la moglie, la figlia, una nonna che non sembra tale e le mille amanti di cui non riesce a privarsi e da cui si lascia sedurre per la propria incrollabile incapacità di dire no. Un "caso clinico" in cui si intrecciano violentemente amore e tragedia, humour sottile e sottile commozione, colpi di testa e colpi di fulmine. Sullo sfondo di una Milano sorprendente, svagata e quasi magica, un romanzo d'esordio affollato di personaggi degni di un narratore sudamericano.